Diario di viaggio – le foto seguiranno – scusate gli errori, non ho riletto e il correttore automatico fa pazzie

Oggi ce la siamo presa comoda. Ci siamo svegliati con calma e abbiamo fatto colazione in albergo. La colazione non è compresa e costa 2200 ¥. Si tratta di un buffet nippo-europeo, con grande gioia di Filippo.

L’albergo ha stanze più ampie di quelle a Tokyo, anche se ugualmente prive di luoghi ove riporre la roba.

Abbiamo una matrimoniale e una doppia.

Dopo colazione non eravamo molto d’accordo su cosa fare, quindi ci siamo separati : Filippo e Luca sono andati a vedere il museo del treno, io e Davide siamo andati a vedere il Castello Nijō (Nijo-jo), costruito dal primo Shogun nel 1603. C’é una doppia cinta di mura di cui quella più interna è costituita da massi enormi e penso sia veramente indistruttibile. Ci sono dei bei giardini giapponesi con stagno e pietre e molti spazi verdi negli spazi che probabilmente ospitavano gli alloggi dei samurai e altri edifici ora spariti. Il castello in se è di legno. La struttura è interessante e bisogna entrarci togliendosi le scarpe. Non si può entrare nelle stanze (ma le porte scorrevoli aperte le lasciano vedere a sufficienza). Il corridoio che gira intorno a tutte le stanza è di legno e fa un cigolio che sembra un cinguettio quando la gente ci cammina sopra. Le stanze sono ricoperte di tatami con pareti in legno e carta, alcune hanno nella parte superiore delle decorazioni di legno intarsiato magnifiche e anche i soffitti a cassettoni delle stanze più importanti sono notevoli (diversi come stile dai soffitti europei). Le pareti di carta sono dipinte con scene raffinate di animali e natura, ogni stanza ha il suo tema e ogni volta c’è un qualche significato, tipo intimorire chi viene a chiedere udienza allo Shogun o simili. Le decorazioni sono abbastanza realistiche, a parte le tigri che non avevano mai visto quindi sono un po’ fantasiose. Le stanze dove lo Shogun riceveva avevano tutte la stessa configurazione : una stanza dove lui si sedeva su una pedana, stanza decorata con alcuni elementi caratteristici (una un'alcova sul fondo, con un bel pino dipinto, delle mensole disposte in modo sfalsato, una porta ornamentale a destra e un'alcova per la scrittura a sinistra), una seconda stanza leggermente più bassa (probabilmente potevano essere separate da pannelli scorrevoli ?) dove si sedevano quelli che venivano a chiedere udienza e poi altre due stanze (anticamera ? Alloggio ?) C’erano delle spiegazioni, ma c’erano troppi nomi strani non mi ricordo tutto. Comunque era interessante. Nella stanza delle udienze principale ci sono anche dei manichini vestiti come all’epoca per farci vedere come si disponevano nella sala.

Fuori dal palazzo ci sono anche delle imponenti cucine, ma non siamo potuti entrare perché c’era una mostra a pagamento.

Finita la visita siamo andati al luogo dell’appuntamento con gli altri due. Il problema logistico principale (al quale non siamo più abituati) è che per comunicare bisogna cercare un WiFi, per fortuna ce n’è a tutte le fermate. 

L’appuntamento era al palazzo dell’imperatore. I giardini sono abbastanza recenti (19° secolo). Davide è andato a vedere il palazzo, ma non credo sia entrato, io ero stanca e ho aspettato gli altri.

Una volta riuniti, siamo andati a vedere il tempio Kiyomizu-dera, un complesso buddista molto grande. Ancora non ho molto capito come distinguere i templi buddisti da quelli scintoisti a parte che su google maps i primi hanno la svastica (quella giusta) e i secondi un torii. Ci sono ovviamente alcuni elementi simbolici differenti ma poi è sempre pieno di templi e tempietti, ci sono delle vasche con l’acqua sacra, sono proprio ignorante in ritualità giapponese. I prossimi giorni farò più attenzione.

Comunque il tempio, o meglio l’insieme di edifici, è molto bello, in alcune parti si poteva entrare anche nella parte interna (senza scarpe). Gli edifici sono costruiti sul fianco della collina e di uno dei più grandi si poteva vedere la struttura di legno che lo sosteneva: sembrava tutta ad incastro, e imponente!

C’era una bellissima vista su Kyoto, peccato il tempo nuvoloso.

Dopo esserci riempiti gli occhi di tutte le meraviglie e piccoli particolari (come delle statuette tenerissime di buddini, credo fossero piccoli budda), siamo scesi per le stradine vicino al tempio, piene di turisti e negozietti. Abbiamo preso alcune cose non ben definite da mangiare camminando.

Abbiamo percorso due stradine graziose (Nineizaka e Sanneizaka), siamo anche passati attraverso un altro tempio, questa volta shintoista (ci sono troppi templi…) e siamo andati nel quartiere Gion, molto caratteristico. In alcuni punti non si potevano fare foto. Ci sono molti locali raffinati, molte casette tipiche, molti turisti soprattutto europei e molta gente vestita col kimono. Non so se ci sono  ancora le geisha. 

A questo punto ci siamo separati ancora, Luca e Filippo sono tornati subito verso l’albergo, io e Davide abbiamo ancora fatto un giro nel quartiere grazioso all’imbrunire.

Nell’albergo c’è anche la spa (cioè il tipico bagno caldo giapponese + sauna), separata uomini e donne. Ne abbiamo approfittato (tranne Filippo) e siamo andati a cena in un locale di ramen. In questi locali non parlano molto inglese e gli avventori sono tutti giapponesi, ma hanno dei pratici tablet per ordinare con foto e traduzione del menu. Anche questo locale ha qualche tavolo e poi i posti singoli con separazione. Su ogni tavolo acqua, bicchieri, salse varie, bacchette, ciotoline e cose da aggiungere ai propri piatti. 

Tornati in albergo abbiamo fatto una lavatrice, cosa che mi ha dato il tempo di scrivere un po'.

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