Diario di viaggio – le foto seguiranno – scusate gli errori, non ho riletto e il correttore automatico fa pazzie

Ci siamo svegliati sui nostri futon e siamo scesi per la colazione. C’erano ancora un sacco di cosine tra cui un pesce intero, senza testa ma con lisca e tutto… non vi dico la fatica a mangiarlo con le bacchette. Probabilmente la famiglia del tavolo a fianco avrà di cui parlare per un bel po’. Ho dovuto pure chiedere spiegazioni sull’uso di strisce di alga nori. A quanto pare si usano per prendere su il riso, il tutto aiutandosi con le bacchette. Un casino.

A colazione non c’era caffè.

Una volta lasciati giù i bagagli (li ritroveremo sani e salvi alla stazione di Hakone-Yumoto), abbiamo ripreso il bus per Gora. Purtroppo la nostra idea di prendere la cabinovia (dalla quale avremmo potuto vedere il Monte Fuji) è sfumata, perché l'hanno chiusa a causa del forte vento. Infatti faceva piuttosto freschino. Siamo comunque saliti con la funicolare fino a Sounzan. Lì c’era una bella vista sulla valle e un bar dove Filippo ha preso una bibita stranissima con sopra dello zucchero filato.

Abbiamo anche provato a vedere se c’era un sentiero per salire in cima, ma era chiuso per attività vulcanica. 

Siamo quindi ritornati a Gora e abbiamo preso un bus fino a Togendai sul lago Ashi. A Togendai c’erano cose di Evangelion: un bus per Tokyo3 e un ascensore della Nerf, un modello di Evangelion, vari oggetti in vendita…

Abbiamo quindi preso una finta nave dei pirati per attraversare il lago. Anche qua avremmo potuto vedere il monte Fuji ma nel frattempo si era rannuvolato. C’era un vento piuttosto forte. Luca aveva freddo, eppure io la mattina gli avevo detto di prendere la felpina che in montagna il tempo cambia in fretta!! Ho dovuto dargli il mio « telo multiuso » per coprirsi.

Abbiamo comunque visto dei portali rossi (torii) sull’acqua.

Siamo sbarcati a Motohakone-Ko e siamo andati a vedere un tempio in cima a una scala circondato da alberi altissimi e vecchissimi. C’era la gente che faceva la fila per la preghiera e oggi oltre all’inchino a mani giunte facevano anche un battimento di mani. Boh.

In linea con la scala e il tempio, sul lago, c’è una di quelle porte rosse (torii), a quanto pare molto Instagrammabile, perche c’era la fila per farsi la foto da soli sotto la porta rossa, io ho rinunciato alla foto instagrammabile. La porta (torii) la si vedeva benissimo lo stesso anche da fuori la fila. E l’avevamo vista anche dalla nave.

Siamo quindi ritornati in paese dove abbiamo preso dei mini cheesecakes versione giapponese e ci siamo quindi diretti verso la vecchia strada imperiale (Tokaido).

Camminarci sopra era un po’ faticoso per via delle pietre un po’ separate le une dalle altre, meno male che avevo le scarpe buone.

La strada passa in un bel bosco e ci ha portati a una vecchia locanda (una stazione di posta) molto carina dove servivano cose molto strane. Abbiamo assaggiato varie cose, anche se la cassiera aveva cercato di convincerci che uno dei piatti non era adatto ai nostri palati. A me è piaciuto tutto.

Il posto è molto tipico: una grossa stanza con soffitto alto ricoperto di paglia. Il pavimento è in terra battuta e c’è una piattaforma in legno con un focolare aperto. Sulla piattaforma si può salire solo senza scarpe e una parte è ricoperta da tatami e si può chiudere a formare quella che era probabilmente la stanza da letto per i viaggiatori di alto rango.

Abbiamo fatto la nostra merenda attorno a un tavolino in questa stanza, ovviamente seduti a terra.

Abbiamo preso:

Una bevanda tipica di quel posto (amasake), probabilmente a base di riso, buona.

Delle specie di mattonelle collose di riso a vari sapori (chikara-mochi)

Della palline di konjac (una cosa dall’aspetto e consistenza gelatinosa credo estratta da una pianta) con una salsina strana a base di miso e sesamo. Il sapore era particolare, ma a me non è dispiaciuto. 

Sul tavolo c’era a disposizione un thermos di tè, l’unica cosa un po’ anacronistica (il thermos, non il tè).

Usciti dalla locanda abbiamo preso il bus, che passava proprio lì di fronte, e siamo tornati alla stazione di Hakone-Yumoto dove abbiamo recuperato i bagagli.

Lì abbiamo ripreso un treno che ci ha portati a Odawara dove abbiamo aspettato lo Shinkansen per Kyoto (ne passano tantissimi, tutti puntualissimi). Nell’attesa abbiamo mangiato delle polpette con dentro del polpo (tacoyaki) in un locale piuttosto lurido (per i canoni giapponesi) in stazione.

Abbiamo anche comprato dei dolcetti a forma di panda molto carini.

Viaggio in treno tranquillissimo, un po’ lungo poi arrivare all’albergo a piedi dalla stazione, ma ce l’abbiamo fatta prima della chiusura del check-in.

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